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Lo spettacolo dell’acqua che bolle
il sale che si disperde
lo spaghetto che si tuffa
il pomodoro che ammicca
la salsina che si forma
lo stomaco che brontola
la forchetta che arrotola
all’unaequarantanove circa.

@mikvernice

Caro Antonello

Tu ti ricordavi di quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla e la circostanza ha sempre suscitato in me un pizzico di curiosità perchè non ho mai capito se questo pianoforte stazionasse sulla spalla della chitarra o, a turno, su quelle dei tuoi amici.

Col tempo, comunque, la seconda ipotesi l’ho scartata perchè l’Ikea all’epoca da noi non era ancora sbarcata e, soluzioni così ingegnose per il trasporto di uno strumento musicale siffattamente ingombrante atte ad alleviare la fatica, non potevano essere state ancora inventate;

se poi fosse stato a coda l’ipotesi era da scartare a priori: sarà stato sicuramente il pianoforte di Schröder e spero che i tuoi amici gli abbiano fatto solo uno scherzo prendendolo in prestito per la canzone, che un musicista sviluppa comportamente maniacali nei confronti del proprio strumento e, nel non trovarlo, potrebbero essersi sviluppati disturbi psicologici insanabili.

No, non è mia intenzione essere polemico, ma è ecologicamente scorretto affermare che solo i pini di Roma non si spezzano, perchè il pino è un albero resistente dapertutto, per sua natura, ed il rafforzativo geografico non ne aumenta la resilienza e la flessibilità.

Eppoi basta con queste appropriazioni concettuali: la notte è democraticamente di tutti ed il tuo essere capitolino non ti da il diritto di rivendicarne il possesso perchè è anche così che si innescano rivalità geografiche ed invidie campanilistiche che fomentano la voglia di frammentazione del nostro bel paese.

Presupponendo che adesso, dopo il caso Lewinsky ed i bungabunga, il tuo tuo dubbio atavico sulle segretarie e gli avvocati si sia dipanato, continuo ad interrogarmi io sul perchè le bombe delle sei non dovrebbero fare male: anche se la convenzione di Ginevra, a quell’ ora, imponesse il lancio di bombe a salve si sa che le convenzioni non le rispetta nessuno in tempi di guerra; qualcosa mi sfugge?

Detto questo, volevo informarti che no, io non ho ancora avuto l’onore di conoscere nel mio vissuto quotidiano dei personaggi così virtuosamente atletici, capaci di trasportare carichi ingombranti con disinvoltura o schivare bombe con ginnica agilità.

Ne ho conosciuti di altrettanto originali però, come quel tizio che preso dalla foga di partire per una gita al mare chiese con accorata spontaneità al bigliettaio Scusi a che ora parte il treno Torino-Liguria o quel mago del trasformismo che, tornando da una pausa pranzo leggermente intontito, nascose le ultime due note nel suo giubottino milletasche nuovo di pacca, si stampò un sorriso di plastica sulla faccia e chiese Che si fa adesso al responsabile di turno mentre la tasca prendeva lentamente fuoco.

Si, potrei scriverci anch’io un paio di Lp con i variegati soggetti che ho incontrato nel mio cammino, ma non sono un cantattore e mi devo limitare a confinare i miei ricordi dentro le righe di un post, donanndo agli interpreti attimi di celebrità anonima e postuma ed immagginandomi la faccia dei protagonisti che, nel leggere il pezzo, esclamano eccitati Minchia ma questo sono io e terminare dubbiosi con Ma chi cazzo è sto stronzo che mi prende per il culo.
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IMPAZZISCO CON IL POLLINE

E’ ufficiale:

dal 23 febbraio 2011 “IMPAZZISCO CON IL  POLLINE” è un marchio registrato e depositato presso la Camera di Commercio di Torino e presto ornerà coloratissime magliette, felpe e cappellini, per la gioia degli allergici alla sostanza sparsi in tutto il mondo e non solo.

Secondo recenti dati forniti dal Ministero della Sanità infatti, si stima che il 20-25% della popolazione mondiale soffra genericamente di allergie (10 milioni di persone circa solo in Italia) ed i pollini primaverili generati dalla famiglia botanica delle graminacee sono una delle principali concause di questo fenomeno pandemico.

Lungi dall’avere uno scopo terapeutico, l’iniziativa vuole essere uno spiritoso contributo alla socializzazione fra persone con problematiche similari attraverso l’utilizzo di quella messaggistica da abbigliamento che contraddiastingue la nostra epoca.

Il marchio, a breve, avrà un gemello internazionale e sarà possibile ordinare e personalizzare on-line il proprio capo d’abbigliamento, scegliendone il tipo di indumento (T-Shirt manica lunga/corta/ o 3/4, felpa con o senza cappuccio etc. ) il colore ed il disegno da associare al marchio, eventualmente disegnadosi con le proprie mani il logo che meglio ci rappresenti.

Se vuoi evitare che al tuo prossimo primo appuntamento il/la tuo futuro compagno/a attenti alla tua vita con un mazzo di fiori, potresti iniziare a farci un pensierino 😉

Have a bit of fun!

disegno impazzisco

 


 

SmokingNoSmoking

Dopo essere stato, per vent’anni circa, disciplinato consumatore di tabacco e con un carattere incline a non disfarsi di nulla, mi son ritrovato a possedere una discreta collezione di pacchetti di cartine per sigarette artigianali: diverse marche, diverse provenienze, ogni pezzo un ricordo, un regalo o una circostanza da rievocare osservando l’oggetto.

Analizzando poi con attenzione il materiale in mio possesso mi sono accordo di aver collezionato degli oggetti apparentemente inutili ma artisticamente interessanti:

molte confezioni di “Smoking” rosse e blu corte, insieme a “Rizla” rosse e blu corte (le mie marche preferite da fumatore) ma anche gran parte della linea Smoknig/Rizla in vari formati ritrovati qua e la, qualche pezzo tenuto per l’originalita (“Zwar”, “KuluTips”, “Ca?uma” tedeschi, Stoner Simpson/Bart Marley/Enjoint Simpson, originariamente appartenenti ad un unico pacchetto, olandesi) altri per il gusto artistico (riproduzione di Amsterdam decorato con foglie pentacolari su un pacchetto formato King Size doppio, in alto a destra nell’originale; “Smoking” King Size doppio su sfondo variegato, centro Sx; “Smoking” King size slim serie artistica in alto sul centrodestra), esotici (“Ottoman extra”, King size turche; centro sx e centro dx) irriverenti, offensivi e sarcastici (“Fumosan Modiano”, Italia centro dx) ed un accennato omaggio a Marley (del pacchetto “Rasta Paper” regalo di un amico con uno spiccato senso artistico, che contorna esternamente il segnale di divieto negli angoli sinistri dello stesso, faceva parte anche una mini foto di Bob Marley posizionata dove ora risiede il quadratino con la faccia di un cane “BullDog”, centro sx sopra “OTTOMAN EXTRA”), senza tralasciare la creativita espressa da certi designer dell’indotto (ne sono esempio pezzi contenenti figure di palme stilizzate su sfondo arancio o giallo, facenti parte di un pacchetto di carta per filtri commercializzato in Italia, ma anche il barbuto signore, nell’angolo destro del divieto, membro di una spensierata comunity visibile nel lato destro del divieto stesso, parte anch’essi di un pacchetto di carta per filtri).

Lo studio del materiale ancor prima della realizzazione dell’opera, mi portava a fare delle costanti e continue riflessioni sulla produzione e commercializzazione di questo tipo di prodotto; originariamente nate per soddisfare le esigenze dei tabagisti artigiani che poco o per nulla apprezzavano l’uso della pipa, col tempo hanno subito lenti ma significativi cambiamenti in termini di qualità della carta ma anche di dimensioni, per meglio soddisfare tutti le tipologie di potenziali clienti, fino a diventare veicolo di messaggi artistici o pubblicitari (nell’opera in questione viene evidenziato come la casa produttrice “BRAVO” informi il consumatore di utilizzare solo fibre di lino e canapa per il tipo di prodotto in questione, identificando in 30 il numero di cartine equivalenti ad un grammo di carta) più o meno ambigui, in funzione del pezzo di mondo in cui vengono commercializzate:

ecco quindi che uno stralcio degli espliciti messaggi reperibili sul mercato olandese (BART MARLEY/STONER SIMPSON “Roll another fat one , Bart”, Amsterdam) potevano essere accostati ai pezzi altrettanto poco equivoci come “Zwar” “Kulu Tipps” e “Ca?uma” del mercato tedesco ma anche ad esemplari piu sobri del mercato italiano (linea “Smoking” e “Rizla” in primis ben affiancate da “OCB”) non tralasciando gli austeri (“JOB” MARCA DI FABBRICA DEPOSITATA).

Di qui l’idea, nel lontano 2001, di utilizzare il materiale per realizzare un opera artistica; il soggetto, come spesso accade, e figlio di una geniale intuizione: utilizzare l’abbondanza di pacchetti “Smoking Red” e “Smoking Blue” corte per creare un “divieto di sosta per fumatori” stilizzando la sigaretta con Smoking Eco gialle (filtro), OCB bianche (corpo), Rizla rosse corte (cenere) di rosso vivo :

non un semplice e classico divieto di fumare (cerchio con barra vietante rossi su sfondo bianco) ma il volontario utilizzo della linea “Smoking” (con i suoi prodotti rossi e blu) per realizzare un“divieto di sosta per le sigarette” e quindi, implicitamente per i fumatori contrapponendo l’istintiva associazione “Smoking/Nosmoking” derivante della osservazione dell’opera in questione in prima battuta.

L’idea nasce per voler diventare opera divulgativa di un divieto internazionale in forma artistica, esortando inconsciamente l’osservatore a rispettare i luoghi in cui non è consentito fumare, facendo leva sua sensibilità ed utilizzando un linguaggio intuitivo ed immediato: UN NON LINGUAGGIO quale e appunto il messaggio figurativo “Smoking/Nosmoking”.

Ecco quindi che l’opera, negli anni, si sviluppa con l’intenzione di essere duplicata e diffusa, stampata in molteplici copie e su diversi supporti,per essere commercializzata in locali pubblici come elemento decorativo da affiancare ad altre stampe artistiche, muta testimone dell’ennesima contraddizione comune a tutte le epoche umane o come originale effige nelle modernissime borse in PVC.

Nel corso del lungo periodo di gestazione del manufatto, gli elementi utilizzati sono stati a lungo valutati nelle loro disposizioni, prestando particolare attenzione agli accostamenti cromatici ed accoppiando i vari pezzi in modo che il messaggio secondario derivante dello sfondo (la diversa messaggistica veicolata con il prodotto, lo stile, il taglio, le forme, le dimensioni, l’originalità) non offuscasse il messaggio principale, nucleo dell’opera stessa (“Divieto di sosta per le sigarette” o ”Divieto di sosta per fumatori” utilizzando l’ideale contrapposizione derivante dall’utilizzo di prodotti della linea “Smoking” per esprimere il divieto di “No Smoking”).

L’opera, iniziata nel 2001 e stata conclusa ufficialmente alla fine del 2008 (sigla MV, acronimo di MICHELANGELO VERNICE, l’autore scrivente, autografa con data sul retro della stesa) ed ufficiosamente nell’estate del 2007;

in questo periodo infatti l’opera e stata formalmente conclusa apportando l’ultimo tassello mancante al collage, un riquadro di 1×1,5 cm recante foto dell’artista BOB MARLEY che e stata persa dopo essersi staccata nel 2008 e sostituita nel corso dello stesso anno dall’attuale tassello delle stesse dimensioni (recante il disegno di una faccia di cane “BullDog”), visibile a sx del manufatto racchiuso fra gli esemplari “OTTOMAN EXTRA” “Bravo” e “STONER SIMPSON”.

Il supporto utilizzato per la realizzazione dell’opera stessa è un cartoncino delle dimensioni di 50x35cm, sul cui retro sono ancora visibili residui di schizzi di inchiostro di china: il cartoncino e stato infatti precedentemente utilizzato dall’autore come “riparo per superfici” durante la realizzazione di lavori che comportavano l’utilizzo di china dispersa con aerografo a bocca.

SmokingNoSMoking collage artistico su cartoncino di Michelangelo Vernice 50x38

MICHELANGELO VERNICE Creative Thinker “Smoking/NoSmoking” Collage artistico su cartoncino 50×35 2008


INCOMPRENSIONI

Sebbene io viva nell’era della comunicazione, con una preoccupante frequenza mi rendo conto che questa è contemporaneamente l’era della reciproca incomprensione: sarà forse colpa dell’eccessiva offerta di questi mezzi di comunicazione?

Mi spiego meglio: a dispetto di una varietà di mezzi di comunicazione a nostra disposizione, a volte basta un gesto, uno sguardo “sbagliato”, un aggrottamento di ciglia per interrompere rapporti ed amicizie senza un perchè.

Recentemente, ad esempio, mi sono accorto che la mia presenza era stata bandita dal salotto di un mio amico di infanzia affetto da una tristissima malattia (è JUVENTINO allo stadio terminale senza possibbilità di guarigione……..:-( ) col quale ho condiviso momenti esilaranti della mia esistenza: goal e quasigoal, pali e traverse frammisti a saggi consigli di vita all’arbitro di turno;

gli ho mandato, con vari mezzi, un messaggio che recitava più o meno così: “SPERO CHE TU ABBIA CHIUSO I TORNELLI PER SCARAMANZIA, PERCHE’ SE MI SON PRESO UN DASPO NON MI E’ STATO NOTIFICATO”; la stagione è finita ed io non ho ricevuto risposta: avrò starnutito nel momento sbagliato durante l’ultima parta vista assieme????

E’ che sarebbe tutto più semplice se i rapporti interpersonali fossero basati sulla schiettezza, se dicessimo esplicitamente a chi sta urtando la nostra sensibilità “Guarda che se parli così mi offendi” piuttosto che “Stai dicendo una cazzata”,”Non sono d’accordo” e cose di questo genere, se chiedessimo spiegazioni per ciò che al momento non capiamo o non ci viene chiaramente esposto.

Ma è prassi comune restare nel dubbio, “raffreddarci” sentimentalmente mantenedo formalmente le frequentazioni, come se nulla fosse fosse mai successo perchè spesso nulla succede; una prassi che fa crescere a dismisura gli pseudorapporti (i rapporti “apparenti” e di facciata) nelle società civili diventando l’elemento distinguente una vera “Amicizia” da una conoscenza, buona o cattiva che sia.

Okkio ragazzi: l’incomprensine, a volte, fa danni seri………..

PHILOSOFICALBREAK

Mi sono perso un attimo, poco fa, soffermandomi a riflettere su queste quattro righe setacciate fra le tante (non affanatevi a ricercarne in rete l’autore: ho ravanato il testo fra qualche mio scritto giovanile 😉 ):

………..e la vita ti sfugge

fra pensieri inespressi,

sorrisi nascosti

e carezze mai date,

mentre corri incosciente per vivere

un presente che è gia passato

e non puoi sentirti vecchia

perchè non sei mai stata giovane………..”

Bene, non so voi ma io, alla fine, ho avuto un attimo di smarrimento: è dannatamente vero, la vita ti sfugge dalle mani come un’anguilla, per la miseria, e non c’è trucco che tenga!!!!!

Oddio, gli espedienti non mancano per fa finta che non sia così: riempiamo gli hard disk di migliaia di album fotografici opportunamente catalogati per data ed evento, giriamo ore di filmati per riprendere qulasiasi cosa (e quando dico “qualsiasi” intendo dal filo d’erba che cresce ai momenti fisiologici del nostro animale domestico!) al punto di avere sufficiente materia prima con cui consolarci negli intensi momenti  di amarcord…….

“Ohsuvvia, che tu c’hai una soluzione????” mi si direbbe in quella fantastica regione che è la Toscana. No, non proprio una soluzione, un semplice suggerimento:

vivi la tua vita con intensità, come se fosse SEMPRE l’ultimo giorno della tua esistenza, perchè la vita va VISSUTA e non SUBITA! (Cerca solo di non esagerare come la protagonista del clip,  perchè tanto la fossa ci aspetta tutti, belli e brutti……..)

 

 

HAI UNA BUONA MEMORIA?

Serbi rancore? Te l’hanno fatta così sporca che “questa me la appendo al dito e non me lo scordo più! ” ?

E suvvia, dai, non rovinarti lo stomaco con eccessive secrezioni biliari…..!

Posso permettermi tre umili consigli?

A) “Take it easy baby, take it as it comes” come cantava il buon  vercchio JIM (noooo…..! Ne Big Jim e ne Jim Belushi! MORRISON , JIM MORRISON degli intramontabili  DOORS): prendila come viene che la salute è più importante!

B) “Siediti sulla riva del fiume ed aspetta che passi, freddo, il cadavere del tuo nemico….”, e non provare ad andare contro la saggezza cinese: la pazienza è la virtù dei forti.

C) Prendi esempio dagli elefanti e…..HAVE A BIT OF FUN! 😉