INCOMPRENSIONI

Sebbene io viva nell’era della comunicazione, con una preoccupante frequenza mi rendo conto che questa è contemporaneamente l’era della reciproca incomprensione: sarà forse colpa dell’eccessiva offerta di questi mezzi di comunicazione?

Mi spiego meglio: a dispetto di una varietà di mezzi di comunicazione a nostra disposizione, a volte basta un gesto, uno sguardo “sbagliato”, un aggrottamento di ciglia per interrompere rapporti ed amicizie senza un perchè.

Recentemente, ad esempio, mi sono accorto che la mia presenza era stata bandita dal salotto di un mio amico di infanzia affetto da una tristissima malattia (è JUVENTINO allo stadio terminale senza possibbilità di guarigione……..:-( ) col quale ho condiviso momenti esilaranti della mia esistenza: goal e quasigoal, pali e traverse frammisti a saggi consigli di vita all’arbitro di turno;

gli ho mandato, con vari mezzi, un messaggio che recitava più o meno così: “SPERO CHE TU ABBIA CHIUSO I TORNELLI PER SCARAMANZIA, PERCHE’ SE MI SON PRESO UN DASPO NON MI E’ STATO NOTIFICATO”; la stagione è finita ed io non ho ricevuto risposta: avrò starnutito nel momento sbagliato durante l’ultima parta vista assieme????

E’ che sarebbe tutto più semplice se i rapporti interpersonali fossero basati sulla schiettezza, se dicessimo esplicitamente a chi sta urtando la nostra sensibilità “Guarda che se parli così mi offendi” piuttosto che “Stai dicendo una cazzata”,”Non sono d’accordo” e cose di questo genere, se chiedessimo spiegazioni per ciò che al momento non capiamo o non ci viene chiaramente esposto.

Ma è prassi comune restare nel dubbio, “raffreddarci” sentimentalmente mantenedo formalmente le frequentazioni, come se nulla fosse fosse mai successo perchè spesso nulla succede; una prassi che fa crescere a dismisura gli pseudorapporti (i rapporti “apparenti” e di facciata) nelle società civili diventando l’elemento distinguente una vera “Amicizia” da una conoscenza, buona o cattiva che sia.

Okkio ragazzi: l’incomprensine, a volte, fa danni seri………..

COME STAI?

Sinceramente non saprei: Charles Baudlere parlerebbe displeen; a Londra direbbero….“so and so”; a Napoli ” ‘na monnezza”; ad Avellino ” a mezza botta”;  a Palermo “nulla mischiato con niente”; ecco, prenderei spunto da quest’ultima definizione per dirvelo: mi sento sul “vuoticcio andante”.

No, non c’è un motivo particolare; certo, c’è la complicità di questo maggio eccessivamente piovoso (dicono siano le lacrime della Madonna, ma se fosse così ci sarebbero i presupposti perchè piova tutto l’anno ininterrottamente!), questa primavera atipica e la nitida furia degli elementi che mi fa sentire straniero in patria.

In verità inizio a patire (ora più che mai) questo clima di incertezza economica che sta caratterizzando la mia generazione:  cerco in continuazione di autoconvincermi di averci fatto il callo, ma in realtà non è così.

Senza puntare il dito contro qualcuno in particolare, mi accorgo che ci stanno privando, giorno dopo giorno, del diritto di sognare, programmare un futuro, fare dei progetti: flessibilità e precarietà sono diventati due vocaboli troppo comuni nei nostri discorsi, talmente comuni da essercene assuefatti; la “crisi” è entrata nel nostro quotidiano come una consuetudine senza che noi si muova un dito: chi ha perso il lavoro chiede l’assegno di disoccupazione (l’assistenzialismo statale ha proprio lo scopo di placare gli stomaci brontoloni perchè a stomaco pieno ci si dimentica della realtà che stiamo vivendo ed il governo di turno fa bella figura 😉 )  , chi il lavoro lo ha ancora fa finta di nulla (eventualmente si spinge ad una solidarietà verbale, che fa molto “sinistra” e non impegna fisicamente) ignaro del fatto che la vita è una ruota che gira…….

L’articolo 1 della costituzione italiana recita:

« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »

Non vi è accenno alla precarietà ed alla flessibilità: alla luce di ciò che stiamo vivendo mi chiedo per quanto ancora, il paese in qui per adesso vivo, potrà essere ancora una Repubblica democratica.

Vi lascio con una poesia ed un video; il pezzo musicale non è mio perchè Bob Dyland l’ha pensato prima di me (sigh: a chiunque di noi sarebbe bastato scrivere un pezzo così per aggiustare le proprie finanze per tutta la vita…..)  ed i Rolling Stones ne hanno fatto una videocover magnifica, ma non crocifiggetemi per il significato esplicito del video: non bisogna per forza “pungersi” per sentirsi storditi dagli eventi.

“Affoghiamo

nell’abisso concettuale

della simestesia armonica dei sensi,

e ci lasciamo trascinare

dalla voglia istintiva

di risalire

a galla

per respirare

la puzza noiosa e monotona

del conformismo estetico

e sentimentale…….”

PHILOSOFICALBREAK

Mi sono perso un attimo, poco fa, soffermandomi a riflettere su queste quattro righe setacciate fra le tante (non affanatevi a ricercarne in rete l’autore: ho ravanato il testo fra qualche mio scritto giovanile 😉 ):

………..e la vita ti sfugge

fra pensieri inespressi,

sorrisi nascosti

e carezze mai date,

mentre corri incosciente per vivere

un presente che è gia passato

e non puoi sentirti vecchia

perchè non sei mai stata giovane………..”

Bene, non so voi ma io, alla fine, ho avuto un attimo di smarrimento: è dannatamente vero, la vita ti sfugge dalle mani come un’anguilla, per la miseria, e non c’è trucco che tenga!!!!!

Oddio, gli espedienti non mancano per fa finta che non sia così: riempiamo gli hard disk di migliaia di album fotografici opportunamente catalogati per data ed evento, giriamo ore di filmati per riprendere qulasiasi cosa (e quando dico “qualsiasi” intendo dal filo d’erba che cresce ai momenti fisiologici del nostro animale domestico!) al punto di avere sufficiente materia prima con cui consolarci negli intensi momenti  di amarcord…….

“Ohsuvvia, che tu c’hai una soluzione????” mi si direbbe in quella fantastica regione che è la Toscana. No, non proprio una soluzione, un semplice suggerimento:

vivi la tua vita con intensità, come se fosse SEMPRE l’ultimo giorno della tua esistenza, perchè la vita va VISSUTA e non SUBITA! (Cerca solo di non esagerare come la protagonista del clip,  perchè tanto la fossa ci aspetta tutti, belli e brutti……..)

 

 

HAI UNA BUONA MEMORIA?

Serbi rancore? Te l’hanno fatta così sporca che “questa me la appendo al dito e non me lo scordo più! ” ?

E suvvia, dai, non rovinarti lo stomaco con eccessive secrezioni biliari…..!

Posso permettermi tre umili consigli?

A) “Take it easy baby, take it as it comes” come cantava il buon  vercchio JIM (noooo…..! Ne Big Jim e ne Jim Belushi! MORRISON , JIM MORRISON degli intramontabili  DOORS): prendila come viene che la salute è più importante!

B) “Siediti sulla riva del fiume ed aspetta che passi, freddo, il cadavere del tuo nemico….”, e non provare ad andare contro la saggezza cinese: la pazienza è la virtù dei forti.

C) Prendi esempio dagli elefanti e…..HAVE A BIT OF FUN! 😉

FUTURO&RICORDI

Qualche anno fa uscì un pezzo swingheggiante del mitico ER PIOTTA (” La grande onda” per inciso) che, in una descrizione rappeggiante del mondo dei surfisti, recitava:


“….poi, col vento fra le mani,

il futuro è già domani……”


E’ propio quello che mi è passato per la testa nel riascoltare la sigla di SPAZIO 1999, una serie televisiva futuristica e fantascientifica arrivata in Italia nel 1976 (ma concepita già nel 1973 e cooprodotta in prima serie dalla RAI!) ed impostata sulla falsa riga di STAR TREK.

Da allora di tempo ne è passato, il futuro continua ad arrivare e della serie televisiva non ricordo più nulla, sigla a parte: mi è entarta in testa quando ero bambino e non ci è più voluta uscire.

Loro sono Gli OLIVER ONIONS, ed il pezzo si intitola SOS.

Buon ascolto ( e trattenete la lacrimuccia, che il tempo passa per tutti 😉 )

 

L’UOMO IN SMART

Ma quante volte vi è capitato in vita vostra di stare diligentemente in coda ad un semaforo qualunque e di venire scavalcati dal fichettino di turno sulla sua minivolume?

A me poco fa, tornando a casa, e per l’ennesima volta; la scena è sempre la stessa : finestrino inesistente, musica estremamente coinvolgente, una mano per il cellulare e l’altra per la siga, eccesiva distrazione e disprezzo per il codice della strada; il sesso rigorosamente maschile, standardizzata è l’età; cambia solo il mezzo di trasporto, che questa sera era,guarda il caso,  una splendida  minivolume: tanto splendida da esssersi meritata una mia personalissima videodedica.

Non me ne vogliano i proprietari di quello splendido gingillo che sembra quasi un automobile, ma un pezzo così merita di entrare di prepotenza nella hit della satira musicale! (Grande cover, GNOMETTO BAND!!!!!)

ACQUA KILLER

Personalmente non ci avevo mai pensato, anche se i miei studi universitari mi avrebero potuto/dovuto dare una mano in proposito.

Ma , si sa, se un disegno vale cento parole un video ne vale un milione e, nel gustarmi il clip a fondo post, ho realizzato  in un attimo che nonostante le mie quotidiane preoccupazioni, son ben fortunato a vivere in una ambiente civilizzato e non essere uno degli 8 milioni di vittime/anue dell’acqua.

Ovviamente, senza generalizzare, c’è chi ci lucra sopra al fenomeno, ma questa è un’altra storia e ve la posto a parte.

 

PLASTICA? NO GRAZIE…..

Spulciando fra i contributi multimediali postati sulla bacheca dei GREEN MAKERS in Facebook (http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=322337833234 per chi fosse interessato in qualche misura all’ambiente che lo circonda) mi sono imbattuto in questo video che condivido volentieri con voi:

no, non fa ridere, ma sicuramente un pò riflettere su come le abitudini di ogni essere umano possano marcatamente influenzare la collettività e l’ambiente che li ospita.

Ovviamente nessuno può imporsi nelle scelte di ogni singolo individuo, e non è questo lo scopo di questo post, ma si può “fare qualcosa per l’ambiente” (e sempre che lo si voglia) anche bevendo un sorso d’acqua e prendendo esempio dalle formiche:

lo sforzo del singolo produce riultati starordinari quando il singolo è parte di una comunità che lavora all’unisono.

Cinque minuti di assetata riflessione.