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La Variante del pollo

Chi ha dimestichezza con l’arte bianca avrà sicuramente più facilità nel comprendere questa breve riflessione, ma l’essere od essere stati pasticcieri non è condizione necessaria e sufficiente per poter comprendere il seguito;

magari siete pittori, musicisti, artisti, esteti, muratori, elettricisti o, semplicemente, solo accaniti lettori e qualsiasi cosa voi facciate nella vita potrà aiutarvi ad inquadrare il mio personale punto di vista su questo nuovo manufatto letterario di Renato De Rosa.

Succede quindi che, un intrigante esperimento letterario, venga banalmente rovinato nel suo svolgimento da una deprecabile scelta editoriale:

dato il tema comune “Perché il pollo ha attraversato la strada ? ” l’autore tenta di eseguirne lo svolgimento utilizzando lo stile di alcuni noti esponenti della letteratura italiana contemporanea ricalcandone espressioni gergali e/o dialettali, ritmo e forse anche l’utilizzo della punteggiatura ed il risultato ottenuto è un prodotto dalla lettura agevole, a tratti esilarante e spesso verosimile;

lo stile letterario di un autore però, lo sa bene il Lettore, non è fatto solo di sintassi ma anche e soprattutto di contenuti e non ci sarà mai dato sapere se ogni singolo autore avrebbe scelto esattamente la linea descrittiva proposta da De Rosa.

Peccato per quella sciagurata scelta editoriale, vi dicevo:
ciascun autore è preceduto da una breve introduzione descrittiva, per i più inutilmente sarcastica ed ampiamente discutibile, per altri totalmente incomprensibile (vedasi Calvino) e per pochi palesemente adulatoria;

sarebbe bastato solo questo a rovinare un libro di per se di piacevole lettura ma, a corollario di questa inutile introduzione ad ogni singolo autore citato, si è deciso di inserire anche “La frase che ti farà fare bella figura” prima di ogni svolgimento, un pregevole excursus di idiozie che il vostro acume vi preserverà dal ripetere in pubblico.

Dovevano forse essere, nelle intenzioni, le ciliegine sulla torta ma son risultate troppo pesanti e, finendoci dentro, han rovinato la creazione nell’estetica e nei suoi contenuti.

Renato De Rosa

LA VARIANTE DEL POLLO

Mursia Editore 2012

Caro Antonello

Tu ti ricordavi di quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla e la circostanza ha sempre suscitato in me un pizzico di curiosità perchè non ho mai capito se questo pianoforte stazionasse sulla spalla della chitarra o, a turno, su quelle dei tuoi amici.

Col tempo, comunque, la seconda ipotesi l’ho scartata perchè l’Ikea all’epoca da noi non era ancora sbarcata e, soluzioni così ingegnose per il trasporto di uno strumento musicale siffattamente ingombrante atte ad alleviare la fatica, non potevano essere state ancora inventate;

se poi fosse stato a coda l’ipotesi era da scartare a priori: sarà stato sicuramente il pianoforte di Schröder e spero che i tuoi amici gli abbiano fatto solo uno scherzo prendendolo in prestito per la canzone, che un musicista sviluppa comportamente maniacali nei confronti del proprio strumento e, nel non trovarlo, potrebbero essersi sviluppati disturbi psicologici insanabili.

No, non è mia intenzione essere polemico, ma è ecologicamente scorretto affermare che solo i pini di Roma non si spezzano, perchè il pino è un albero resistente dapertutto, per sua natura, ed il rafforzativo geografico non ne aumenta la resilienza e la flessibilità.

Eppoi basta con queste appropriazioni concettuali: la notte è democraticamente di tutti ed il tuo essere capitolino non ti da il diritto di rivendicarne il possesso perchè è anche così che si innescano rivalità geografiche ed invidie campanilistiche che fomentano la voglia di frammentazione del nostro bel paese.

Presupponendo che adesso, dopo il caso Lewinsky ed i bungabunga, il tuo tuo dubbio atavico sulle segretarie e gli avvocati si sia dipanato, continuo ad interrogarmi io sul perchè le bombe delle sei non dovrebbero fare male: anche se la convenzione di Ginevra, a quell’ ora, imponesse il lancio di bombe a salve si sa che le convenzioni non le rispetta nessuno in tempi di guerra; qualcosa mi sfugge?

Detto questo, volevo informarti che no, io non ho ancora avuto l’onore di conoscere nel mio vissuto quotidiano dei personaggi così virtuosamente atletici, capaci di trasportare carichi ingombranti con disinvoltura o schivare bombe con ginnica agilità.

Ne ho conosciuti di altrettanto originali però, come quel tizio che preso dalla foga di partire per una gita al mare chiese con accorata spontaneità al bigliettaio Scusi a che ora parte il treno Torino-Liguria o quel mago del trasformismo che, tornando da una pausa pranzo leggermente intontito, nascose le ultime due note nel suo giubottino milletasche nuovo di pacca, si stampò un sorriso di plastica sulla faccia e chiese Che si fa adesso al responsabile di turno mentre la tasca prendeva lentamente fuoco.

Si, potrei scriverci anch’io un paio di Lp con i variegati soggetti che ho incontrato nel mio cammino, ma non sono un cantattore e mi devo limitare a confinare i miei ricordi dentro le righe di un post, donanndo agli interpreti attimi di celebrità anonima e postuma ed immagginandomi la faccia dei protagonisti che, nel leggere il pezzo, esclamano eccitati Minchia ma questo sono io e terminare dubbiosi con Ma chi cazzo è sto stronzo che mi prende per il culo.
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Breakingnews; individuate nuove sintomatologie per l’influencer virale.

L’influencer virale è una manifestazione telematica caratterizzata da hastagghite compulsiva e/o puntiforme, ipertrofia klautica e fuffismo spasmosdico, spesso associata a fenomeni, rari e non, quali laichismo disinteressato e/o casuale, metodico e/o sistematico.

Data la recente esplosione pandemica del fenomeno, la letteratura specializzata riporta poche e frammentarie informazioni inerenti l’agente eziologico (che sembra riconducibile ad una espansiva virtualizzazione dell’ego causata dall’assenza di confini nel cyberspazio) concentrandosi sulla sintomatologia conclamata e manifesta:

oltre alle già citata, si segnalano casi di dissociazione e asocializzazione dalla realtà artificiale;

fra gli effetti collaterali riscontrati casi di deliri onirici e/o di onnipotenza, gelosia e bramosia per il proprio ego unite alla gelosia per quello altrui;

sporadici segnali di proiezioni affettive , voyerismo instagrimico e pinterestite.

Ad una fase di compiacimento amplificato, dall’effetto dopaminico e adrenalinico, segue un periodo, non scientificamente quantificabile, di diffidenza digitale in cui, il soggetto interessato, esterna palese irritabilità nei confronti delle realtà confinanti con crisi allucinogene che culminano nella creazione di eserciti di detrattori eterei cui contrapporre i propri per la realizzazione dei fantasmagoriche guerre silenziose;

dubbi persistono sulla cronicizzazione e certezze sull’acutizzazione mentre son nulle le informazioni sull’evolversi positivamente del decorso.

Il target, erroneamente ipotizzato come generico e diffuso, si è scoperto essere ristretto ad un’esigua fascia di cybernauti caratterizzata da un elevata anzianità virtuale, competenze tecniche specifiche, ipersocialità in entrambi gli universi e fuffologia congenita;

se non persistono le condizioni necessarie e sufficienti precedentemente elencate, l’influencer virale non è di per se contagiosa, ma può fungere da primer per la sintesi di un suo surrogato noto come l’influencer dei poveri in cui, un utente generico diventa , volente o nolente e più o meno consapevolmente, amplificatore di contenuti multimediali, fuffa digitale e beghe condominiali di importanza planetaria.

Considerata la sovrapposizione tendente alla commistio fra le sfere interessate all’evento, l’imminente digitalizzazione della carta igienica e la geolocalizzazione del pensiero, astenersi dall’accedere alla dimensione telematica per un periodo continuativamente prolungato di tempo potrebbe non essere sufficiente ad arginare la sintomatologia e gli effetti collaterali.

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E’ inoltre possibile inserire singole porzioni di codice scegliendo l’output di scripting preferito.

L’ Editor di testo permette di configuare ciascuno dei 12 linguaggi di scripting supportati.

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 E dal menù opzioni è possibile settare le impostazioni generali del programma.

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